martedì 18 febbraio 2014

L'abbazia di San Nilo



L'abbazia territoriale di Santa Maria Grottaferrata (in latino Abbatia Territorialis B. Mariae Cryptaeferratae 




conosciuta anche con il nome di Abbazia di San Nilo (foto navata), dedicata a Nilo da Rossano è un monastero bizantino situato alle pendici dei Colli Albani, ed è tra i monasteri bizantini l’unico nell’Italia centro meridionale ad essere sopravvissuto. L’abbazia risale al 1004, ed è nata per volontà di monaci bizantini (greci di origine) guidati all’inizio da San Nilo, e dopo la morte di quest’ultimo da San Bartolomeo.
conosciuta anche con il nome di Abbazia di San Nilo (foto navata), dedicata a Nilo da Rossano è un monastero bizantino situato alle pendici dei Colli Albani, ed è tra i monasteri bizantini l’unico nell’Italia centro meridionale ad essere sopravvissuto. L’abbazia risale al 1004, ed è nata per volontà di monaci bizantini (greci di origine) guidati all’inizio da San Nilo, e dopo la morte di quest’ultimo da San Bartolomeo.


L’abate Nilo decise di fondare il monastero sui colli di Tuscolo, sui ruderi di un’antica villa romana del I sec. a.C., dove sembra gli sia apparsa la Madonna. Il complesso di edifici appartenenti ad epoche diverse ha l’aspetto di un castello grazie all’imponente opera difensiva voluta dal cardinale Giuliano della Rovere tra il 1472 e il 1503[1].
L'esterno della chiesa, risanato durante il XX sec. dalle sostruzioni neogotiche ottocentesche, presenta totalmente integra la struttura originaria della chiesa del 1004. La facciata ha un grande rosone e decorazioni di gusto arabo. Nel nartece, che poggia su quattro colonne in pietra e su due pilastri in mattoni, custodisce la porta che immette nell'endonartece ed un mosaico raffigurante Santa Maria Madre di Dio. Di fianco la chiesa si trova lo slanciato campanile coevo.
All'interno delle mura, troviamo il palazzo abbaziale, ornato dal bellissimo portico del Sangallo con colonne e capitelli rinascimentali, sede del museo attualmente in stato di rifacimento, di un archivio storico e di una biblioteca.[2]
L'interno della chiesa è in stile barocco e conserva l'originaria struttura a tre navate con endonartece e profonda abside con iconostasi e santuario. Dall'endonartece, dove si trova il battistero, attraverso un portale finemente intarsiato si accede alla cupa navata centrale della chiesa illuminata soltanto dall'ampio rosone della facciata. Lungo la navata laterale destra si aprono la Grotta Ferrata e la Cappella Farnesiana. Quest'ultima è barocca ed è decorata con finissimi affreschi raffiguranti storie di San Nilo, fatica del Domenichino, datati intorno al 1608 e 1610. All'inizio dell'abside si trova la maestosa iconostasi barocca, opera di Gian Lorenzo Bernini, contenente l'icona raffigurante Maria col Bambino. Dietro la magnifica iconostasi si cela il "santuario", dove si trova l'altare maggiore sormontato da un baldacchino neogotico dipinto.
Nel Settecento fu realizzato il convento nel quale alla fine del XVIII fu allestita la biblioteca monastica, un tempo custode di importanti manoscritti e incunaboli dal X al XV secolo, in parte trasferiti e in parte perduti durante l'occupazione napoleonica. Tuttavia sono ancora conservati gli antichi codici liturgici e i codici musicali, prezioso ricordo della musica liturgica bizantina.Nel 1931 l'abbazia si dotò del celebre Laboratorio di Restauro del Libro Antico, importante istituto scientifico a livello nazionale, dove furono restaurati il “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci e numerosi libri danneggiati dall'alluvione di Firenze nel 1966.





[1] Da”L’abbazia” a “1503” Wikipedia


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