martedì 18 febbraio 2014

L'ascesa della Gens Octavia

Laura Battistelli

Questo è il mio primo post sul tema dell'arte e tratta della ricorrenza del bimillenario della morte di Cesare Augusto,l'imperatore romano della famiglia della Gens Octavia.

Titolo:    L’ascesa della Gens Octavia

Le celebrazioni per il bi-millenario augusteo si sono aperte a Velletri il 13 dicembre 2013 con un evento di grande prestigio: la mostra “L’ascesa della Gens Octavia “ un percorso che presenta reperti di pregio come i busti di Octavia, sorella di Augusto, insieme ad altri materiali di Velletri e provenienti dal Palatino.
Augusto infatti ebbe sempre cara la residenza degli avi paterni, identificata molto probabilmente con la villa rustica in località San Cesareo.




Augusto nacque a Roma il 23/09 del 63 a.c., e Cesare dimostrò di essere interessato ad  istruire all’arte militare il nipote Ottaviano; lo chiamò nella campagna militare in Spagna, e lo disegnò come suo erede.
Ottaviano sconfisse  nel 31 a.c. le navi della flotta di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio, conquistando l’Egitto, e così il Senato lo proclamò Augustus in una nuova forma di governo detta Principato, che subentrò alla Repubblica, e al nuovo Imperator “Caesar Augustus” fu apposto il titolo di “Princeps”.  Augusto morì nel 14 d.c. a Nola, in Campania.

La mostra tratta di opere di Velletri e del Palatino che vengono messe a confronto. 
Le lastre di terracotta provenienti dal Palatino hanno come soggetto un linguaggio simbolico e politico con riferimenti mitologici come la lotta per il tripode tra Ercole e Apollo e la scena di Perseo e Athena che sorreggono la Gorgone, mentre quelle veliterne sono più basse e trattano di temi più vasti come il motivo del Dioniso bambino,dell’Egitto e l’Oriente.



Molto interessante è la lastra con la Gorgone,rappresentante la Medusa che pietrifica chiunque la guardi, con la differenza che quella del Palatino appare al centro di Perseo e Athena mentre quella veliterna  è una sola figura con folti capelli a ciocche mosse e volto largo e schiacciato con espressione sorridente.
Rappresentata molto spesso è anche la lastra con il volto della dea egizia Hathor,con le orecchie bovine e con due lunghe ciocche che terminano con riccioli ,accompagnata tipicamente dal cobra che rappresenta un elemento decorativo;poi è presente anche la ricostruzione della lastra con la dea Hathor proveniente dal Palatino che viene rappresentata con due sacerdoti al suo fianco due sacerdoti inginocchiati che presentano elementi egittizzanti come un cobra ed un fiore di loto.Questa presenza di elementi egizi infatti deriva dalla volontà di Augusto di costruire molti templi dedicati agli dei egizi; egli voleva essere rappresentato con gli attributi tipici del faraone per rispettare le tradizioni egizie.Nella mostra sono presenti anche i busti di Gaio Ottavio,padre di Augusto,di Ottavia Minore,sorella,e dello stesso Augusto, che viene ritratto ancora giovane con tratti di ispirazione ellenistica come lo sguardo profondo ,le ciocche di capelli ben definite e raggruppate con una centrale più bassa e due laterali volte a destra.
Il bimillenario Augusteo è stato celebrato in molti musei di Roma e della provincia con opere provenienti da tutto il mondo, e per me che ho visitato questa mostra nel museo di Velletri è stata una interessante e bella esperienza che consiglio a chiunque è amante dell’arte.